Le cartelle esattoriali sono atti ufficiali con cui lo Stato (o altri enti pubblici) chiedono al contribuente il pagamento di somme dovute, non pagate nei tempi previsti, quali imposte, tasse, contributi, multe o altri crediti verso la Pubblica Amministrazione.
Ecco come funzionano, in sintesi:
- Quando un contribuente non adempie entro la scadenza (ad esempio non paga un tributo), il debito può essere “iscritto a ruolo” dall’ente impositore.
- L’Agenzia delle Entrate — Riscossione (o l’ente incaricato della riscossione) riceve il ruolo e notifica la cartella al contribuente, sollecitando il pagamento entro un termine.
- Se non viene pagata entro il termine, si attivano modalità di recupero forzoso: pignoramenti, fermi amministrativi, iscrizioni ipotecarie, trattenute su stipendio/pensione, ecc.
- Alla somma originaria si aggiungono interessi, sanzioni, aggio (la commissione per l’agente della riscossione) e spese di notifica/esecuzione.
- In alcuni casi, il contribuente può contestare la cartella (ricorsi, opposizioni), proporre dilazioni (rateizzazione) o aderire a definizioni agevolate (“rottamazioni”, “saldo e stralcio”) che consentono uno sconto o l’azzeramento degli interessi e sanzioni.
Il sistema delle cartelle esattoriali è uno degli snodi centrali del fisco italiano: serve sia a garantire che lo Stato riesca a riscuotere le imposte effettivamente dovute sia a regolare le modalità di recupero per i contribuenti che non hanno pagato nei tempi.
Situazione attuale: limiti e criticità.
Negli ultimi anni sono emerse alcune criticità e limiti del sistema:
- Il “magazzino fiscale” (ossia l’insieme dei debiti affidati alla riscossione che non sono ancora riscossi) è molto ingente: si parla di cifre nell’ordine di migliaia di miliardi.
- Gran parte di quei crediti è considerato «inesigibile» — ossia difficile o impossibile da recuperare (contribuenti deceduti, irreperibili, mancanza di beni da aggredire).
- Le sanatorie fiscali del passato hanno rischiato di premiare chi non pagava e disincentivare gli onesti.
- La decadenza da precedenti sanatorie è un problema per alcuni contribuenti: chi ha perso il beneficio in precedenti misure non è sempre potuto rientrare nelle successive.
- Le dilazioni (rateizzazioni) avevano limiti rigidi che rendevano difficile per molti l’adesione e la decadenza è spesso automatica al mancato pagamento anche di una sola rata.
Per queste ragioni, il governo ha annunciato una riforma della riscossione fiscale da declinare anche nella legge di bilancio 2026.
Le novità previste nella legge di bilancio 2026: rottamazione “quinquies” e altri interventi.
Va detto subito che molte delle misure sono ancora in fase di proposta o bozza: non sono certe al 100%. Tuttavia, le ipotesi che circolano delineano un quadro abbastanza articolato.
Ecco le principali novità annunciate o in discussione:
Discarico automatico dopo 5 anni
- A partire dal 1° gennaio 2026 si prevede l’introduzione del discarico automatico delle cartelle esattoriali che non sono state riscosse entro 5 anni dalla presa in carico.
- In pratica, dopo quel termine il debito “non riscattabile” viene restituito all’ente creditore (Comune, Regione, Ente vari), che potrà decidere se riprenderne la gestione, affidarlo ad un recupero esterno o archiviarlo definitivamente.
- Importante: questo non significa che il debito si estingua automaticamente per il contribuente; in ogni caso spetta all’ente creditore stabilire se “cancellarlo” definitivamente o rilanciare la riscossione con altri strumenti.
- Il fine è “ripulire” il bilancio pubblico da crediti non recuperabili, semplificando la contabilità delle amministrazioni.
Più rate e dilazioni più lunghe
- Già per il biennio 2025‑2026, è prevista la possibilità di rateizzare le cartelle in fino a 84 rate (7 anni) come limite ordinario (anziché i 72 mesi precedenti).
- Per chi dimostra una situazione economica difficile (maggiore crisi), è prevista la possibilità di fino a 120 rate (10 anni).
- Dal 2027 è ipotizzato un ulteriore innalzamento del limite ordinario di rate, fino a 96 rate, e successivamente ad aumenti graduali verso 120 rate.
- Alcune bozze propongono che la decadenza dal beneficio scatti solo dopo il mancato pagamento di 9 rate (anche non consecutive) — invece che dopo una sola rata saltata.
- Potrebbe essere introdotta una “maxi-rata” iniziale obbligatoria per debiti molto elevati (ad esempio, un anticipo del 5 % del debito totale) in caso di importi superiori a una certa soglia (es. 50.000 euro). B
Rottamazione “quinquies” / definizione agevolata
Una misura molto chiacchierata è la cosiddetta rottamazione quinquies — ovvero una nuova “sanatoria” integrata nella legge di bilancio 2026. Ecco le ipotesi più note:
- La rottamazione potrebbe riguardare i debiti affidati alla riscossione fino al 31 dicembre 2023.
- È previsto lo stralcio automatico per cartelle “di modesto importo”, con una soglia probabile attorno ai 5.000 euro (anche se la soglia è ancora da definire).
- Per i debiti di entità maggiore, la rottamazione quinquies potrebbe prevedere la cancellazione delle sanzioni, degli interessi e dell’aggio per la parte agevolata (ossia, una “definizione” del debito).
- Il residuo potrà essere rateizzato in fino a 120 rate (10 anni).
- È ipotizzata una “soglia di decadenza”: il beneficio decade se si saltano 9 rate (anche non consecutive).
- Non è prevista una rottamazione generalizzata per tutti: il governo sta valutando criteri selettivi per evitare di “premiare” debitori che possono pagare ma non lo fanno. Ad esempio, esclusione dei debitori seriali o soglia massima di importo.
- La rottamazione quinquies non è ancora certa: la bozza è al vaglio e gli emendamenti devono essere presentati.
Saldo e stralcio / cancellazione parziale
- Accanto (o in alternativa) alla rottamazione, si ipotizza un saldo e stralcio per i debiti più piccoli, con pagamenti ridotti o simbolici, oppure con sconto proporzionato in base all’ISEE (reddito familiare).
- Potrebbero esistere tre “vie” distinte: (1) saldo e stralcio per debiti piccoli, (2) rottamazione quinquies per debiti medi, (3) rateizzazione agevolata per debiti elevati.
- La cancellazione potrebbe riguardare non solo capitali ma anche interessi, sanzioni e più spesso la quota di aggio per l’agente della riscossione.
Digitalizzazione, comunicazioni e procedure semplificate
- È prevista una progressiva riduzione del cartaceo e un rafforzamento delle comunicazioni telematiche al contribuente, anche per notifiche e solleciti.
- Le modalità di presentazione delle domande (per rottamazione, rateizzazione, definizione agevolata) potrebbero essere semplificate, anche tramite strumenti digitali.
- Saranno stabilite regole precise per il riaffidamento delle somme a ruolo dopo il discarico automatico: ossia come gli enti creditori potranno “riprendere” i crediti che l’agente della riscossione ha scartato.
Vantaggi, rischi e incertezze.
Vantaggi potenziali
- Alleggerimento per i contribuenti in difficoltà: molti debitori potranno accedere a piani di pagamento più lunghi, con smorzamento delle sanzioni e interessi.
- Riduzione del “magazzino fiscale” di crediti ormai irrecuperabili, con conseguente miglioramento della trasparenza contabile per gli enti pubblici.
- Incentivo alla regolarizzazione: chi aderisce rientra in un percorso “pulito” ed evita esecuzioni forzate incontrollate.
- Maggiore equità, se il sistema riuscisse a selezionare correttamente i soggetti beneficiari evitando abusi.
Rischi e criticità
- Il costo per lo Stato potrebbe essere molto elevato: la perdita di gettito dovrà essere coperta da altre misure o aumenti fiscali. Già si parla di stime fino a 5 miliardi di euro per la rottamazione quinquies.
- Rischi di “favorire” chi non ha pagato pur potendo farlo: il recupero dell’equità sarà una delle questioni più delicate nel dibattito parlamentare.
- La platea di beneficiari potrebbe essere strettamente selezionata, lasciando molti contribuenti esclusi.
- Le misure sono ancora in fase di proposta: i dettagli (soglie, criteri, modalità) possono cambiare sensibilmente nel passaggio parlamentare.
- Il meccanismo del discarico automatico, pur utile in teoria, potrebbe generare contenziosi con enti creditori circa quali crediti siano “inesigibili”.
- Il contribuente che non aderisce o non riesce a rispettare le condizioni rischia di trovarsi in situazioni peggiori (decadenza, esecuzioni, pignoramenti).
Come prepararsi
Se hai (o sospetti di avere) cartelle esattoriali pendenti, ecco qualche consiglio pratico:
- Verifica la tua posizione
Consulta il portale dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione per vedere quali cartelle hai attive, gli importi, le scadenze e la condizione del debito. - Approfitta delle attuali rateizzazioni
Se puoi, attiva subito una rateizzazione (se disponibile) con le condizioni vigenti prima che cambi il sistema. - Monitora le novità legislative
Segui gli aggiornamenti parlamentari e le notizie ufficiali: quando verranno definiti i criteri per la rottamazione quinquies, sarà importante aderire nei termini. - Calcola se conviene aderire
Valuta l’entità del debito, la tua situazione economica, la convenienza della definizione agevolata rispetto a mantenere il debito “ordinario”.
La riforma della riscossione e le misure previste nella legge di bilancio 2026 rappresentano un tentativo del governo di alleggerire l’onere fiscale per chi ha posizioni arretrate, ma anche di “ripulire” il sistema fiscale da crediti ormai irrecuperabili. Tuttavia, il successo dipenderà molto dai dettagli finali e dall’equilibrio tra sostenibilità finanziaria per lo Stato ed equità per i contribuenti.
La nostra Associazione di Consumatori si occupa di anni di assistenza ai cittadini per le cartelle esattoriali (ricorsi, rottamazioni, rateizzazione ed altro) tramite il proprio Team di esperti/avvocati.
Se hai ricevuto una cartella esattoriale o hai dubbi sulla tua posizione contributiva, contattaci.
(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)
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