Decreto dignità: operativi i divieti, tranne quelli autorizzati da AGCOM

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Ad un anno dall’entrata in vigore del Decreto Dignità (Legge 96/2018), che schierava in campo il suo articolo 9 come mezzo di contrasto alla ludopatia, anche le ultime deroghe, concesse a quei contratti ancora inesecuzione, sono scadute. Da lunedì 15 luglio 2019, infatti, il divieto è diventato ufficiale per tutti.

Vietata, dunque, qualsiasi forma di comunicazione dal contenuto promozionale, comprese le citazioni visive e acustiche.

Numerose le obiezioni, sollevate in particolar modo dagli operatori del settore che si sono rivolti all’Autorità garante per le Comunicazioni. L’AGCOM è intervenuta emanando linee guida per l’applicazione dell’articolo 9, ritenuto dai richiedenti scarno e lacunoso.  Sebbene le linee guida non cambino la natura del provvedimento, prevedono alcune eccezioni al divieto.

Nel dettaglio, sono da reputarsi legittime, in base alle linee guida dell’AGCOM, le insegne fuori dai negozi, il posizionamento sui motori di ricerca per gli operatori di gioco, le comunicazioni, fornite dagli operatori di gioco legale di puro carattere informativo, i servizi che comparano quote o offerte commerciali dei diversi competitor, i loghi dei giochi sulle vetrine degli esercizi commerciali ove è possibile giocare, l’esposizione delle vincite realizzate, purché siano “tali da non configurare una forma di induzione al gioco a pagamento”.

Consentita anche l’organizzazione di fiere sul gioco a pagamento destinate ai soli operatori di settore. Autorizzate, inoltre, alle campagne informative sui giochi “vietati in senso assoluto” e su quelli “ammessi, ma proibiti per i minori”, a quelle “sui fattori di rischio a cui sono esposti i giocatori denominati ‘problematici’, sui valori legati al gioco legale e di informativa sul gioco legale e sui rischi dell’usura connessi al gioco patologico”.

La televendita, infine, è ammessa solo se finalizzata alla conclusione del contratto di gioco e non alla sua promozione.

Gli effetti di questo provvedimento coinvolgono direttamente anche le società sportive che perderanno certamente una fetta rilevante di proventi/finanziamenti, provenienti appunto dell’industria del gaming. Si stima, infatti, che il giro di danaro, generato dalle sponsorizzazioni relative al gioco e alle scommesse, si aggiri intorno ai 35 milioni di euro l’anno, considerando per esempio soltanto il gioco economico relativo alla Serie A di calcio.

Ancora una volta, l’impegno e la mobilitazione contro la diffusione del Gioco d’Azzardo , l’informazione per prevenire dal gioco e comportamenti  ludopatici e sensibilizzare i cittadini è affidata non a soggetti istituzionali, ma alla società civile e alle Associazioni del Terzo Settore.

A.E.C.I., in collaborazione con Adiconsum e Codici sono attivamente impegnati nella lotta al Gioco d’Azzardo Patologico con il Progetto  Non fare della tua vita un gioco, finanziato dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali (Annualità 1/2017).

Approfondisci su www.nonfaredellatuavitaungioco.it

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